Per il secondo anno consecutivo, la Fondazione Claudia Lombardi per il teatro ha dedicato un bando a progetti di spettacolo in lingua italiana di artisti professionisti della Svizzera italiana e della Lombardia, offrendo alle compagnie scelte la possibilità di una settimana di residenza artistica.
La residenza artistica fornisce alle compagnie teatrali l’opportunità di dedicare un tempo di qualità alla ricerca, alla riflessione e alla sperimentazione che precedono la creazione di uno spettacolo.
Con questo progetto, la Fondazione intende sostenere gli artisti creando per loro - con la messa a disposizione delle sale di lavoro, della diaria, dell’alloggio, di una consulenza artistica - le condizioni migliori per affinare la propria poetica, per esplorare fino in fondo le potenzialità del proprio linguaggio espressivo e poter quindi crescere artisticamente.
Da marzo a giugno 2022 ospitiamo sei progetti di spettacolo che, in occasione della nostra prossima stagione teatrale, verranno presentati al pubblico.
Dal 7 marzo al 13 marzo
PIGMALIONE
Un progetto Eco di fondo
con Giacomo Ferraù
drammaturgia Giacomo Ferraù e Giulia Viana
regia Giacomo Ferraù e Giulia Viana
Pigmalione è uno dei miti più emblematici e al contempo affascinanti dell'intera mitologia greca.
L'artista che si innamora della sua opera d'arte. L'artista che si innamora della musa, dell'arte stessa fino a perdere il contatto col mondo reale.
Il nostro Pig, questo il suo soprannome dovuto al sovrappeso da bambino, è un enfant prodige della musica. Il suo migliore amico è un vecchio pianoforte a coda che chiama Stein. Stein e Pig sono inseparabili, si parlano di notte e di giorno, condividono segreti e guanciali di spartiti, sbocconcellando tramezzini con una mano perché l'altra rimanga in contatto per esercitarsi. Passano gli anni. Pig va a studiare fuori. E al ritorno sembra cambiato. È ormai un caparbio concertista in carriera. Il suo rapporto con la musica è cambiato, è diventato incredibilmente bravo ma sembra aver perso il sorriso. Notte e giorno incollato al suo studio e alle sue composizioni, mentre la vita gli scorre implacabilmente accanto, scandita da treni, concerti, successi, abbandoni, trasferimenti.
Quando Pig scopre di essere malato, quando scopre che perderà gradualmente l'uso del suo corpo, tutto sembra crollargli addosso. Torna a casa, si rinchiude con Stein in una stanza, come quando era bambino. Sa di avere poco tempo e desidera lasciare di sé quello che desidera ogni musicista: comporre prima di andarsene una sonata che contenga la sua vita.
Dal 16 marzo al 22 marzo
ABSENCE
Un progetto coreografico di Valea Völcker
ABSENCE è il titolo per un solo di danza, coreografato ed interpretato da Valea Völcker sul tema dell’assenza. L’intento è quello di sviluppare una coreografia con elementi di danza contemporanea, teatro danza e physical theater.
Cosa provoca in noi l’assenza (di qualcuno, di qualcosa)?
Durante questi due anni di pandemia ci siamo dovuti confrontare con molte forme di assenza: assenza di contatti umani, di attività sociali, di possibilità di viaggiare o accedere a luoghi, assenza di libertà. E di tutto questo abbiamo sentito la mancanza.
L’assenza può riferirsi anche ad una persona, qualcuno che si ama.
L’assenza può anche essere qualcosa di positivo: assenza di rumore, assenza di stress, assenza di pensieri.
Forse l’assenza è lì dove ci riconnettiamo a quello che siamo e a quello di cui abbiamo realmente bisogno. Questo progetto vuole esplorare con il corpo l’idea dell’assenza.
La domanda di partenza per questa ricerca è: quali sono le sensazioni che provoca l’assenza nel mio corpo?
Dal 21 aprile al 27 aprile
FAME – O dell’avere i crampi all’ anima
di e con Alice Redini
dal testo di Knut Hamsun
organizzazione e produzione Marta Ceresoli | b u s t e r
Nel 1890 il Premio Nobel Knut Hamsun decide di intitolare “Fame – Sult” un capolavoro di naturalismo visionario. Il protagonista, giovane scrittore perdigiorno cerca di sopravvivere vendendo articoli giornalistici per pochi spiccioli in attesa di mostrare il suo genio letterario di cui è assolutamente certo, fino a trovarsi senza niente: senza una casa, senza cibo, solo con un paio di occhiali con montatura di ferro, una logora coperta e un mozzicone di matita. La fame – sia fisiologica che metaforica - è la presenza costante e ossessiva che lo porta a oscillare tra feroci depressioni e lisergiche euforie. Vaga per Christania, l’attuale Oslo, cercando di mangiare per riuscire a scrivere, e cercando di scrivere per poter mangiare.
Ormai ridotto a povero nullatenente emarginato dalla società, vaga per la città tra intricate elucubrazioni e deliri solitari ostentando nell’indigenza un orgoglio che spesso sfocia in una ostinazione autolesionistica e tragicomica.
E proprio nello scarto tra la disperazione e la comicità di questo personaggio risuonano grandi temi: come si sente un’artista? Quale ruolo ha nella società? Quale il senso del suo vagabondare alla ricerca di una ispirazione?
Ne nasce un monologo comico, esilarante, a tratti grottesco e al contempo autentico e schietto; una disperata affermazione d’essere dell’artista in un continuo cortocircuito tra il personaggio del romanzo e il personaggio che sulla scena lo narra. Un flusso di coscienza, il delirio solitario del protagonista di Fame che, senza soluzione di continuità, diventa quello dell’attrice in scena: una riflessione disperata, estremamente ironica, tragicomica.
Un modo per indagare insieme il nostro tempo e chiederci realmente di cosa siamo affamati.
Dal 24 maggio al 30 maggio
24h
Un progetto La Confraternita del Chianti
di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano
con Desirée Giorgetti e Giulio Forges Davanzati
24h è un testo originale, una struttura circolare, un furto a “Girotondo” di Schnitzler, che la fine del mondo ce l'aveva a fiatargli sul collo.
24h racconta dieci scene di dipendenza, dieci personaggi interpretati da Desirée Giorgetti e Giulio Forges Davanzati. Ogni personaggio ha una dipendenza che non gli/le dà pace, sostanze, farmaci, alcol, caffé, relazioni, gioco... e non solo. Intento del lavoro non è criticare o offrire soluzioni, bensì offrire al pubblico la possibilità di porsi domande su un vivere contemporaneo sempre più sclerotizzato: per trovare un precario equilibrio preferiamo confidare in palliativi pur di non affrontare il vero problema, la difficoltà di relazionarsi con l'altro.
I personaggi di 24h sono personaggi molto differenti, fragili o di successo, relazionalmente appagati o borderline, apertamente “diversi” o iperconservatori. Tutti sono in cerca di qualcosa, qualcosa che permetta loro di sedare una sete interiore che non smette mai di urlare.
Lo sappiamo, l'unica cosa da fare è prendere il toro per le corna e affrontarlo giorno dopo giorno, ma chi ha davvero tutta questa pazienza?
Ah, 24h fa anche ridere. Perché la fine del mondo ci fa sempre un po' ridere, l'ha detto Schnitzler.
Dal 1° giugno al 7 giugno
AMOR FUGGE RESTANDO
Un progetto Collettivo Treppenwitz
di e con Anahì Traversi
drammaturg Francesca Garolla
Fin da bambina Anahì ha sempre giocato con lo specchio cercando nel proprio riflesso un altro da sé, un essere molto lontano, ai limiti del conoscibile. Questo succede a quasi tutti gli esseri umani. In alcuni casi è una pratica dichiarata e in altri solo evocata o immaginata, in un gioco di analogie e suggestioni che sembrano rubate a mitologie conosciute o inventate.
In un esercizio che nasconde l’allenamento all’inevitabile trasformazione del proprio io, in rapporto con l’altro. La scoperta del desiderio e delle varie declinazioni dell’amore.
L’amore, qualsiasi esso sia, ha un potere trasformativo tale da farci perdere i confini. Fugge nella sua impetuosità e resta nella sua trasformazione.
Il fondamento degli opposti è l’unità. Pensare l’altro: non è questo che può soprattutto darci accesso all’esistenza?
In questo progetto il tentativo è quello di affidarsi ad una nuova cosmogonia, come fosse un gioco ma anche una metafora, e al potere analogico e suggestivo della poesia per scoprire il manifestarsi di noi stessi nell’altro da noi.
Dal 22 giugno al 28 giugno
ANNUNCIAZIONE
Un progetto Le ore piccole
regia Eri Çakalli
drammaturgia Chiara Arrigoni
con Chiara Arrigoni e Ottavia Orticello
assistente alla regia Giulia Quercioli
musiche originali Fabio D’Onofrio
E se essere o non essere una madre fosse un potere in grado di salvare il mondo?
Annunciazione è un confronto tra due donne. La prima, Klara, è incinta, e va a cercare la maîtresse di un bordello che sa aver eseguito aborti clandestini a pagamento. L'altra, però, vuole sapere perché la donna è così ossessionata dall’idea di liberarsi del figlio, e, a poco a poco, le estorce la verità: il bambino è maledetto. Su di lui grava una profezia terribile: una volta adulto, diventerà un tiranno sanguinario, per colpa sua scoppierà una guerra terribile e si consumerà un massacro contro milioni e milioni di esseri umani. Stiamo quindi parlando della madre di Hitler? Siamo nella Storia che conosciamo? O forse in un’altra Storia, dove, commettendo un male minore, il Male contro l’umanità può ancora essere evitato? Quando Klara bussa alla porta della maîtresse, il dado è tratto: ha scelto di credere alla profezia e si sente pronta ad affrontare quel sacrificio. Ma sarà proprio l’incontro con l’altra donna a mettere di nuovo tutto in dubbio. Le due donne, prima sconosciute l’una all’altra, con due vite diversissime alle spalle, arrivano a conoscersi, odiarsi, allearsi, minacciarsi, fino all’ultimo e imprevedibile confronto.