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Giostra
Compagnia Agemò
Il progetto
Un marito, una moglie, una casa, due figli e una routine che diventa rito accogliente nel quale sprofondare. Una giovane coppia costretta ad abbandonare le proprie aspirazioni personali in virtù di quello che a lungo andare diventa un inganno sterile: il matrimonio. L'inconsueto, la rottura di questo meccanismo morboso si palesa un giorno, dal niente e si chiama Amore, carnale e voluttuoso che sposta per sempre la stabilità acquisita a fatica negli anni, che spezza l’ingranaggio solito della vita di coppia inarcando la sua tenuta e spostando il livello del gioco su un piano vertiginoso che quasi diventa mortale. Giostra racconta un triangolo amoroso: un marito, una moglie, un’amante. È una storia piena di cliché, di ripetizioni, e su queste si snoda: ogni volta che la scena riparte, si aggiungono piccole differenze, che sommate portano lentamente il testo alla deriva. Ed ecco che una storia assolutamente prevedibile, assume gradualmente contorni paradossali, agghiaccianti, crudeli. O forse no, perché tutto cambia, tranne il male che riusciamo a farci.
Note di regia
"Giostra" di Michele Ruol, è per noi il racconto metaforico di una lotta per la sopravvivenza dell'uomo all'interno di una società che impone dogmi
imprescindibili ai quali aderire assolutamente per poter essere accettati. Ciò che diventiamo come individui è molte volte la sintesi di un processo di omologazione attuato dalla società civile che spesso mette in secondo piano i sogni, i bisogni e i desideri personali in virtù di un ostentato benessere e di un mediocre sviluppo. Questo è il pensiero che ci ha suggerito una profonda analisi del testo e che vuole tradursi nel nostro primo lavoro di compagnia. Il testo presenta una struttura a tre personaggi che sono: Marito-Moglie-Amante; un classico triangolo amoroso, inserito all'interno di una trama la cui disarmante semplicità è il pretesto per indagare rapporti umani basati su una ferocia endemica e le loro evoluzioni nel tempo. Esso fornisce un bestiario di cliché relazionali e psicologici che si snodano abbandonando la diacronia tipica di un testo drammatico, sostituendo ad essa l'asfissiante ripetitività delle scene che si sviluppano partendo sempre dall'inizio, sempre allo stesso modo aggiungendo di volta in volta piccole variazioni sul tema, che sintetizzano in pieno l'ossessiva ripetizione di un rituale abitudinario, quello delle relazioni. Il campione umano analizzato e presentatoci dal drammaturgo è quello di una "normale" famiglia borghese, al cui interno si consumano perversioni e violenze psicologiche che sono indice di storture emotive profonde e intricate che andranno a debilitare la relazione fino a farla deflagrare su se stessa. Partendo da questi presupposti, il nostro lavoro artistico tende anche a porre l'attenzione sul senso ultimo e sul valore del concetto di "famiglia" intesa come nucleo fondante della nostra società. A nostro avviso essa diventa nello stesso tempo metafora e simbolo della condizione storica del nostro tempo basato sul sistema Capitalistico, in cui la corsa al benessere e al progresso sono diventati il sintomo più evidente del degrado Occidentale, in cui il pensiero comune fa della Felicità, il risultato della formula (Lavoro = stabilità emotiva). Uno degli obiettivi che ci poniamo nel mettere in scena questo testo è quello di rendere visibile i contorni di una vera e propria gabbia sociale, all'interno della quale ognuno di noi rinchiude abbandonando la propria autenticità. La Compagnia AgemòTeatro ha deciso di intraprendere questo percorso perché in qualità di giovani artisti, non vogliamo esimerci dal guardare attraverso il baratro di sofferenza al quale ci invita il testo e pertanto vogliamo, attraverso il Teatro, provare ad esorcizzare tutto ciò restituendo in modo semplice e piacevole ma diretto e senza sconti, questo sottile gioco psicologico in cui l'unica morale che riusciamo a percepire è che tutto muta col tempo, tranne il male che un uomo riesce a fare a un suo simile.
La compagnia
Agemò Teatro nasce nell'inverno 2022 grazie agli attori Gerardo Benedetti, Anna Manella e Monica Buzoianu. Questo neogruppo nasce dalla necessità di trovare un proprio spazio e una propria poetica all'interno del panorama teatrale italiano proprio in occasione della partecipazione a questo bando che nel nostro caso diventa anche pretesto per unirci e buttarci insieme in un'avventura che ci vede portatori delle stesse visioni teatrali. Agemò diventa così casa e condivisione di idee, visioni e progetti. Luogo di scambio e punto di riferimento, i cui membri con percorsi differenti e individuali, condividono arricchendosi le diverse esperienze.
Ci proponiamo attraverso lo studio dei testi classici e contemporanei di allargare le maglie della realtà per poter prestare attenzione e sguardo a meccanismi umani e antropologici, indagare le parti più contraddittorie e recondite dell'agire umano. Vogliamo arrivare al cospetto della complessità e farcene carico, cercando di usare il teatro come mezzo e come veicolo comunicativo.
Crediti
Autore: Michele Ruol
Regista: Gerardo Benedetti
Attori: Francesca Santamaria Amato, Monica Buzoianu, Gerardo Benedetti
Costumi: Jasmine Monti
Fotografa di scena: Martina Arrigoni
Tecnico: Michele Magni
Organizzatrice: Monica Buzoianu