A suggerircelo un passaggio rilanciato da Caryl Churchill, una delle voci più incisive della drammaturgia contemporanea. Capace di unire la dimensione poetica a uno sguardo lucido e intransigente, ha fatto del teatro uno strumento di critica sociale e azione politica.

Nella sua versione di A Dream Play leggiamo: “Cos’è la poesia? Non è reale, ma forse è più che reale. È sognare da svegli.”

Da lei raccogliamo un insegnamento che sentiamo urgente: il teatro oggi può aprire uno spazio immaginativo, ma chiede di restare vigili. Non è fuga dalla realtà, è un modo per guardarla con più chiarezza, per metterne in luce le contraddizioni e le possibilità. Con Sognare da svegli vogliamo non lasciarci distrarre e assumerci la responsabilità di non chiudere gli occhi, in un esercizio di attenzione e immaginazione insieme, per guardare il presente con rigore e nello stesso tempo aprirci alla sua trasformazione.

Ogni spettacolo della stagione 2025/26 si muove dentro questa tensione: tra realtà e visione, tra testimonianza e appello. Un percorso che non si limita a rappresentare il reale, ma lo attraversa e lo rielabora, restituendolo con occhi nuovi; un invito a sostare dentro il nostro tempo, nel tentativo di ripensarlo, come in un sogno cosciente.