In tempi segnati da crisi profonde – sociali, politiche, ambientali – il teatro può diventare un punto da cui ripartire, un luogo per guardare al presente e fare un passo non verso quel futuro che sembra già scritto, ma verso l’avvenire che intendiamo tratteggiare. La stagione A illuminare il mondo nasce dal desiderio di riconnetterci con la bellezza e l’umanità. In una delle sue opere più celebri, Tennessee Williams fa dire ad uno dei suoi personaggi: “Cose come l’arte, la poesia, la musica, sono venute a illuminare il mondo! In certa gente ha cominciato a germogliare qualche seme di gentilezza, che noi dobbiamo far fiorire! Custodire e sventolare come una bandiera! Dovunque ci porti questo oscuro cammino… non retrocedere al livello dei bruti!”.

E allora più grande è la desolazione che ci attornia, più questa bandiera va sventolata con forza, per farne un baluardo di fiducia verso il domani. Oggi più che mai il nostro teatro non può essere un rifugio in cui isolarsi, ma deve configurarsi come uno spazio di variazione, in cui l’immaginazione non è evasione ma forza trasformativa capace di generare un cambiamento collettivo. Il percorso di questa stagione teatrale si articola come una chiamata a non cedere, un invito a rispondere alle brutture con la bellezza, alle incertezze con l’opportunità di una riscoperta, alle ombre con un inspiegabile entusiasmo.

Ogni spettacolo della stagione 2024/2025 rappresenta una tappa di un percorso in cui un’umanità delicata si contrappone alla violenza del mondo che abita. La bellezza diventa il filo conduttore di una ricerca artistica che vorrebbe abbracciare il senso del nostro vivere. Il corpo, la parola, la musica, la danza si incontrano e ogni azione sulla scena diventa non solo una promessa ma una presa di responsabilità: guardare oltre l’immediato e tenere alto il pensiero.